sabato 9 febbraio 2013

Il demonio (B.Rondi,1963)


Come nella "La lupa" di Verga il film inizia con la disperazione di una donna per l'uomo impossibile da avere. Una petrosa Lucania è lo scenario ideale, perfetto per rendere una vera aliena la protagonista del film. Una ragazza figlia e schiava delle credenze popolari…tanto antiche quanto crudeli. Di queste il regista (Brunello Rondi) ne descrive ogni minimo particolare, ogni stranezza e oscuro significato. L'immutabile gesto pagano convive con una religione fatta di superstizione più che di fede. Il demonio è Purificata. Lei è bella come non dovrebbe essere…sensuale come è sensuale la natura quando è perfetta, l'eccezione in quel mondo di regole e codici non scritti. Vuole il suo pezzo di mondo e lo identifica in un giovane del paese, non meglio di altri, non bello o ricco, ma essere accettata da quell'uomo significherebbe essere una di loro…cosa che Purificata forse non vuole veramente, ma quella terra non prevede alternative per lei come per nessuno, non prevede l'individuo, quella terra vuole che tutto abbia lo stesso colore, tutti lo stesso sguardo, tutti lo stesso pensare. Nenie imparate a memoria sono la colonna sonora di quel luogo, i detti, i proverbi, le convenzioni sono la coperta sicura contro fame, ignoranza e povertà. Degna di un documentario RAI, di quando la TV serviva a qualcosa, è la scena della preparazione del letto per i novelli sposi. L'ingenuità dei protagonisti, che sembra portare al riso chi guarda il film, si trasformerà in gabbia opprimente…quei piccoli contadini e il loro agire sicuro e oscuro chiuderanno la protagonista e lo spettatore in una stanza piccola e malsana, priveranno d'ossigeno ogni minimo accendersi di ragione e come non-morti, eterni e indistinguibili, braccheranno le loro vittime. Certo, definire horror questo film è una forzatura, ovviamente è un film drammatico…ma pochi mostri e pochi altri cattivi in altri film hanno saputo darmi quel senso di esatta claustrofobia e angoscia come quei contadini e quella durissima terra…vera prima attrice del film. Purificata che corre come impazzita, come un gatto, nera nelle vesti e demonio nello sguardo è come un perenne tuono in un silenzio tombale, è un urlo soffocato ma straziante e terribile. Dopo averla tanto nominata dobbiamo parlare dell'attrice che interpreta Purificata (Purif), l'israeliana Daliah Lavi. Donna di una bellezza fuori dal comune e dai tratti degni di una copertina di un giornale di moda. Mario Bava la sceglie per il suo "La frusta e il corpo", leggenda vuole che quel ruolo fosse della Steele, ma il fascino esotico di Daliah incantò il maestro. Curiosità: Durante l'esorcismo della ragazza possiamo cogliere gesti e inquadrature del ben più famoso film di Friedkin (L'esorcista). Ora..certo trattasi di un caso e non di un plagio, ma mi piace pensare che un qualche collaboratore del regista statunitense abbia avuto modo di vedere quello strano film di quello sconosciuto regista e magari senza volerlo portò Friedkin a riproporre quella scena. Altro, questa volta dichiarato, omaggio a questo film, lo fece Lucio Fulci con il suo "Non si sevizia un paperino" del 1972, dove sono identici la location, simile è la storia e la Bolkan, la protagonista, è sfacciatamente somigliante alla Lavi. Ben meno importante è il ridicolo copiare che ravvisiamo in un pecoreccio film con Buzzanca (dove il santone del paese, come in questo, abusa della giovane indemoniata), ma a volte dietro un film da incassi facili si nasconde un conoscitore di cinema, e questo è forse il caso del regista del film con Buzzanca. Il Demonio vinse l'Orso d'oro a Berlino e colpevolmente è poco trattato da noi. Ha meriti e originalità e si impone come uno dei migliori demoniaci italiani. La trama: Nella campagna lucana, Purificata, disperata perché Antonio sposa un'altra donna, gli lancia il malocchio e comincia a comportarsi come un'indemoniata. Gli esorcismi non valgono nulla e la psicosi della caccia alla strega coinvolge tutto il paese...